
La mediazione condominiale è una procedura stragiudiziale volta a risolvere le controversie in materia condominiale
E’ particolarmente utile per gestire i conflitti e le liti in modo efficiente e meno formale rispetto al tradizionale procedimento giudiziario.
La mediazione in materia condominiale è gestita da un mediatore neutrale (mediatore condominiale), ovvero un professionista specializzato nel facilitare la comunicazione tra le parti in conflitto guidandole verso una soluzione condivisa e accettata da tutti che tenga conto delle rispettive esigenze.
Come la riforma Cartabia influisce sulla mediazione in condominio
La recente riforma del processo civile, introdotta dal D.lgs 149/2022 e modificata dal PNRR, ha rivoluzionato il panorama delle mediazioni condominiali in Italia.
Questo cambiamento normativo, che ha influenzato “l’articolo 71-quater “delle disposizioni attuative del Codice Civile e ha introdotto il nuovo articolo 5-ter del Dlgs. n. 28/2010, rappresenta un punto di svolta significativo nel contesto della risoluzione delle controversie in ambito condominiale.

Ambito di applicazione della mediazione condominiale
Seguendo il percorso normativo delineato dal Decreto Legislativo del 4 marzo 2010 n. 28, il D.lgs 149/2022 definisce nel dettaglio le controversie condominiali soggette a mediazione.
Nello specifico, si fa riferimento a situazioni in cui le regole e le norme previste dal Codice Civile o dalle sue disposizioni attuative non sono state rispettate o sono state applicate in modo scorretto.
Questo può includere, ad esempio:
- conflitti sulla gestione delle parti comuni;
- disaccordi su decisioni prese in assemblea;
- problemi relativi alla ripartizione delle spese condominiali;
o altre questioni legate alla vita condominiale.
La mediazione obbligatoria in condominio
In queste ipotesi, la mediazione diventa un passaggio preliminare e obbligatorio la cui ratio è ridurre il carico pendente nelle aule dei tribunali cercando di risolvere il conflitto in modo amichevole e cooperativo nella fase stragiuziale.
L’obiettivo è quello di facilitare una risoluzione più rapida, meno costosa e più vicina ai reali bisogni delle parti.
Ruolo dell’Amministratore nella Mediazione
Una delle novità più rilevanti riguarda il ruolo dell’amministratore del condominio. Secondo la Riforma Cartabia, l’amministratore è ora legittimato a iniziare, aderire e partecipare ai procedimenti di mediazione senza la necessità di una delibera assembleare.
Modifiche e complessità normative
La Riforma, pur semplificando alcuni aspetti, presta il fianco ad alcune criticità.
In ogni caso, il verbale contenente l’accordo di conciliazione o la proposta conciliativa del mediatore sono sottoposti all’approvazione dell’assemblea condominiale, la quale delibera entro il termine fissato nell’accordo o nella proposta con le maggioranze previste dall’articolo 1136 del codice civile. In caso di mancata approvazione entro tale termine la conciliazione si intende non conclusa.
Entrata in vigore e procedimenti pendenti
La nuova normativa è entrata in vigore il 30 giugno 2023.
Il Decreto PNRR ha chiarito alcuni aspetti temporali, allineando le scadenze e stabilendo un quadro normativo più trasparente per il periodo di transizione.
La Riforma Cartabia rappresenta un passo decisivo verso la semplificazione e l’efficienza nella gestione delle controversie condominiali.
Gli amministratori di condominio e i professionisti legali devono aggiornarsi su queste modifiche per garantire una gestione efficace e conforme alle nuove disposizioni.
La riforma mira a una risoluzione più veloce e meno conflittuale delle liti condominiali, valorizzando la mediazione civile come lo strumento ideale per farlo.